Cosa sta succedendo in Siria?

La Siria Fonte: Pixabay

Berlino, Germania (Weltexpress). Questa è la valutazione dell’Unione Democratica Araba Palestinese (UDAP) in un articolo pubblicato dalla rivista comunista “Contropiano” il 16 dicembre 2024: Nelle ultime settimane si sono verificati importanti sviluppi politici e militari in Siria. Alla caduta del governo di Assad ha preso il potere Haiʾat Tahrir ash-Sham (HTS), un gruppo salafita finanziato e sostenuto dalla Turchia, membro della NATO. In termini di modalità e tempistica, questo improvviso sviluppo sembra essere il risultato di un accordo volto a ridefinire la struttura politica del Medio Oriente. La Turchia, che vuole espandere la propria influenza nella regione, sembra essere l’attore principale di questi sviluppi, insieme agli Stati Uniti e agli Stati arabi del Golfo.

Il ruolo della Siria

Per oltre sessant’anni, la Siria ha mantenuto una posizione di fermo sostegno alla causa palestinese, opponendosi vigorosamente all’occupazione israeliana e ai tentativi di alcuni Paesi arabi di normalizzare le relazioni tra i Paesi arabi. Nonostante le pressioni, la Siria ha rifiutato di impegnarsi in un processo di pace con Israele, considerando inaccettabile l’occupazione della Palestina. La Siria è quindi sempre stata vista come un baluardo contro l’imperialismo americano in Medio Oriente e si è opposta fermamente ai piani geopolitici volti a consolidare l’egemonia occidentale e a indebolire la resistenza palestinese. Questo impegno ha avuto anche un impatto diretto sulla sua politica interna ed estera, influenzando le alleanze e i conflitti che hanno plasmato il suo destino negli ultimi decenni.

Un’aggressione imperialista

Dal 2011, la Siria è stata vittima di un’aggressione imperialista da parte di Stati Uniti, NATO e alleati regionali come la Turchia e gli Stati arabi del Golfo. La guerra civile è stata alimentata in parte da interventi esterni che hanno sostenuto i gruppi ribelli, compresi i jihadisti, con l’obiettivo di indebolire la Siria come parte del cosiddetto “asse del male”, ma anche di indebolire la sua posizione strategica in Medio Oriente e guidare un processo di frammentazione, il rafforzamento della posizione occidentale nella regione e, di conseguenza, un controllo sempre maggiore sulle risorse energetiche. Nonostante le sanzioni, l’assedio e l’immensa pressione politica e militare, la Siria resiste da oltre un decennio.

Quali forze hanno preso il potere in Siria?

In questo contesto, diverse forze, inizialmente considerate terroriste, poi ribattezzate “ribelli siriani”, hanno ripetutamente lanciato offensive contro le principali città siriane con il sostegno di Turchia, Qatar e Stati Uniti, permettendo l’insediamento di basi militari statunitensi, ospitando soldati britannici e francesi e mantenendo rapporti diretti con Israele, hanno preso il potere.

Nell’ultima e sorprendente offensiva, iniziata a fine novembre, hanno preso il controllo della Siria, arrivando fino alla capitale Damasco, sancendo la caduta della Repubblica Araba Siriana e aprendo nuovi scenari: la neutralizzazione della Siria e del suo ruolo nella regione o, peggio, la minaccia concreta di una divisione su base etno-religiosa.

Impatto sulla resistenza

La caduta della Siria ha implicazioni significative per la resistenza palestinese e libanese. Finora, la Siria è stata sia un alleato regionale delle formazioni di resistenza sia una fonte di supporto logistico e operativo. Questi sviluppi improvvisi rischiano di rendere la resistenza libanese incapace di riaprire il fronte con Israele e potrebbero portare la resistenza palestinese a dover cedere a condizioni che prima erano considerate indiscutibili per un eventuale cessate il fuoco a Gaza. Pertanto, nelle prossime settimane potrebbe verificarsi un cessate il fuoco a causa del deterioramento delle condizioni della resistenza palestinese.

Aggressione militare sionista

Oltre alla pretesa di Netanyahu di aver giocato un ruolo decisivo nella caduta della Siria attraverso continui attacchi aerei, Israele non ha aspettato e ha lanciato centinaia di attacchi aerei che hanno distrutto oltre il 70% delle capacità militari siriane, e ha lanciato un’invasione di terra della Siria per continuare il piano di annessione della Siria con l’occupazione del Golan, arrivando a soli 19 km da Damasco, nel totale silenzio dei gruppi armati che hanno preso il controllo della Siria, impegnati negli ultimi giorni ad accogliere le delegazioni diplomatiche di Turchia e Qatar e a proclamare la fine dell’economia controllata, dei sussidi a favore del libero mercato e delle privatizzazioni. In questo contesto, vale la pena notare che la presenza militare statunitense in Siria continua a comprendere diverse basi militari, come quella di Al-Tanf, ed è diffusa nelle aree petrolifere sotto il controllo delle SDF.

Speranze per il futuro della Siria

Concordiamo con la posizione espressa dalle organizzazioni della resistenza palestinese in Siria: Il diritto del popolo siriano all’autodeterminazione – lontano dalle interferenze imperialiste – che possa preservare l’unità ed evitare una divisione della Siria e, soprattutto, che possa continuare a sostenere la resistenza del popolo palestinese contro l’occupazione sionista.

Guardiamo anche con preoccupazione alla situazione del popolo palestinese nelle città e nei campi profughi in Siria e ci auguriamo che i suoi diritti non vengano violati e che i nuovi scenari includano il suo diritto a continuare la lotta di liberazione.

Annotazione:

Vedi l’articolo

nel WELTEXPRESS.

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