Berlino, Germania (Weltexpress). Il declino dell’Europa non è stato uno dei temi principali discussi dai capi di Stato al vertice SCO in Cina. L’Europa è ormai vista solo come un docile appendice degli Stati Uniti. Tuttavia, il crollo dell’Europa è stato un tema ricorrente nelle discussioni pubbliche, nelle conferenze stampa e nei resoconti dei media sul vertice.
Mentre dal 31 agosto al 1° settembre i capi di Stato di tutto il mondo si riunivano al vertice dell’Organizzazione di Cooperazione di Shanghai (SCO) a Tianjin, l’attenzione si è concentrata sul nuovo ordine mondiale multipolare emergente, che riunisce tre delle quattro potenze mondiali: Cina, India e Russia, insieme a quasi due dozzine di altre potenze regionali, tra cui Iran e Vietnam.
Il momento clou del vertice di quest’anno è stato senza dubbio l’ostentata danza dell’amicizia tra il “drago cinese e l’elefante indiano”! Ciò manda chiaramente all’aria i piani egemonici degli Stati Uniti, ovvero quello di mettere l’India contro la Cina. A causare disagio nei corridoi dei governi occidentali potrebbe essere stato anche l’incontro intimo di un’ora tra il primo ministro indiano Modi e il suo amico Putin nel sedile posteriore della limousine del presidente russo. Anche le dilettanti élite dirigenti europee avevano infatti sperato di poter mettere l’India contro la Russia. Modi aveva infatti pubblicamente definito Putin suo amico a Tianjin.
Se i “leader” europei o la loro “leader”, nella loro nota smisurata presunzione, si aspettavano che le questioni europee avessero un qualche ruolo nei colloqui al vertice SOZ, sono rimasti delusi. Infatti, in linea con il declino dell’influenza geopolitica dell’Europa, secondo quanto riferito, durante i colloqui al vertice il tema dell’Europa è stato menzionato solo di sfuggita, se non del tutto. L’Europa e i paesi dell’UE non sono più percepiti come attori indipendenti, perché hanno ceduto da tempo la loro sovranità.
Le divisioni interne dell’Europa, i suoi passi falsi strategici, la sorprendente sottomissione delle élite europee agli interessi dello Stato profondo statunitense e le strategie fallimentari – in particolare nel conflitto ucraino – hanno tuttavia trovato ampio riscontro nelle conferenze stampa, nei resoconti dei media e negli articoli sul vertice SCO. In particolare, il declino della cavalleria occidentale e del disordine neoliberista è stato contrapposto all’ascesa dell’ordine solidale e multipolare del Sud del mondo.
Nei numerosi resoconti internazionali sul vertice viene analizzato il crollo vergognoso e autoinflitto dell’Europa e viene presentato un continente lacerato da divisioni interne, gravemente colpito dal punto di vista economico e sottomesso servilmente ai capricci dello Stato profondo statunitense.
In questo contesto, il padrone di casa Xi Jinping, insieme a Vladimir Putin e Narendra Modi, ha utilizzato il vertice come palcoscenico per contrapporre l’unità della SCO al caos che regna in Occidente, in particolare in Europa. Alcuni resoconti dei media non hanno lesinato scherno sulla miseria dell’UE, descritta come una potenza in declino, intrappolata nell’ombra di Washington.
La frammentazione dell’Europa: una caricatura a Tianjin
Quando Xi ha parlato di un ordine globale “giusto ed equo” a margine del vertice, si è trattato di una frecciatina appena velata all’Occidente guidato dagli Stati Uniti, con l’Europa come suo complice compiacente. Ciò sarebbe in netto contrasto con la capacità della SCO di unire sotto un’unica bandiera nazioni diverse, dall’Iran all’India. Quando Xi ha poi inveito contro “l’egemonismo e la politica di potere”, il messaggio era chiaro: l’Europa, un tempo attore globale, oggi è solo un burattino litigioso nel gioco di Washington.
L’incapacità dell’Europa di seguire una rotta indipendente e la sottomissione delle élite dell’UE alle direttive dello “Stato profondo” degli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda l’escalation delle forniture di armi all’Ucraina, è stato un tema ricorrente nei resoconti dei media. Un articolo dell’agenzia di stampa russa TASS ha preso di mira con soddisfazione l’ultimo vertice informale dell’UE a Copenaghen, dove i ministri degli Esteri non sono stati nemmeno in grado di concordare misure per aumentare la pressione sulla Russia riguardo all’Ucraina. Il commissario europeo per gli Affari esteri, Kaja Kallas, avrebbe ammesso mestamente che non è stato raggiunto alcun consenso, una prova della scarsa capacità di azione dell’Europa.
Frecciatine velate contro un Occidente in declino
In una conferenza stampa, il vice ministro degli Esteri cinese Liu Bin ha definito il vertice un evento diplomatico centrale per la Cina, che sottolinea l’unità del Sud del mondo, e ha implicitamente emarginato l’Europa senza nominarla. Il discorso di Xi del 1° settembre ha raddoppiato questo attacco, rifiutando la “mentalità della Guerra Fredda” e l’unilateralismo, un codice per l’asse USA-UE che alimenta e prolunga il conflitto in Ucraina con armi e sanzioni per danneggiare la Russia.
Il presidente Putin ha rincarato la dose, elogiando l’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione (SOC) per aver riportato in auge un “vero multilateralismo”, tra l’altro attraverso l’uso delle valute nazionali nel commercio tra i paesi. Ciò consentirebbe di aggirare i sistemi finanziari occidentali dominati dagli Stati Uniti, che sono stati trasformati dalle élite occidentali in armi per le loro guerre economiche. Inoltre, Putin ha descritto l’Europa come parte di un modello euro-atlantico in declino, soggetto alle direttive di Washington e che soffoca la propria sovranità.
Il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri ha sottolineato in una conferenza stampa i colloqui di Modi con Xi e Putin, incentrati sul commercio e sulla lotta al terrorismo, ma che hanno toccato anche l’Ucraina. L’appello di Modi al “dialogo e alla diplomazia” ha criticato sottilmente l’approccio militarizzato dell’UE, guidato dalla pressione degli Stati Uniti.
L’Europa come esempio dissuasivo
Anche i media occidentali che operano a livello globale hanno rafforzato l’impressione del declino dell’Europa con i loro servizi sul vertice SCO. Reuters e CNN hanno presentato la SCO come un contrappeso a un Occidente in crisi, con un’Europa intrappolata tra i dazi di Trump e i propri problemi economici. L’Asia Times ha sottolineato le “contraddizioni interne” dell’UE, la cui tanto invocata “autonomia strategica” si è rivelata un mito nel 2025, vista la sua dipendenza dall’energia, dalla tecnologia e dalla sicurezza degli Stati Uniti.
Il quotidiano liberale Straits Times, pubblicato a Singapore, ha sottolineato i timori dell’Europa che India, Cina e Russia si alleino contro i dazi di Trump, che minacciano le economie dell’UE già indebolite dalle proprie sanzioni. La TASS riferisce che l’industria metallurgica tedesca sta crollando a causa del calo della domanda, una conseguenza diretta dell’adesione dell’UE alla politica statunitense. Questa sottomissione, unita all’isteria anti-Trump, avrebbe reso l’Europa economicamente e politicamente disorientata.
Nei cosiddetti social media come X, l’Europa viene addirittura presentata come un esempio deterrente di ciò che accade quando le élite antepongono gli interessi dello Stato profondo statunitense alla propria sovranità e agli interessi dei propri paesi.
Lo Stato profondo e l’isteria anti-Trump
Le élite europee, coinvolte nell’agenda dello Stato profondo statunitense, si sono cacciate in un vicolo cieco. Il loro veemente rifiuto di Trump – evidente nel loro sostegno alle sanzioni dell’era Biden e alla strategia della NATO in Ucraina – è in contraddizione con la sua spinta ai negoziati, come si è visto nel vertice in Alaska con Putin.
Uno sguardo cinico: le ferite autoinflitte dell’Europa
Oh, quanto sono caduti in basso i potenti! L’Europa, un tempo fiore all’occhiello del multilateralismo politico, economico e culturale, oggi sembra un cortile scolastico litigioso, dove i leader tirano disperatamente le gonne degli Stati Uniti mentre predicano “autonomia strategica”, rovinano le proprie economie con sanzioni e seguono ciecamente lo Stato profondo americano. In questo contesto, dal punto di vista del Sud del mondo, il vertice SOZ è stato soprattutto un’umiliazione pubblica per l’UE, incapace di trovare un accordo su questioni vitali. Come possono le persone del Sud del mondo spiegarsi, se non con il dominio dell’acuta idiozia, il fatto che le élite di Bruxelles si indignino per i dazi di Trump, mentre continuano a finanziare con zelo la guerra per procura dello Stato profondo degli Stati Uniti in Ucraina, che sta gettando nel caos il loro stesso hinterland?